![L’ ESAPODE CANE È IN “ARTE AL GAZOMETRO”, NEL COMPLESSO ENI DI ROMA OSTIENSE [Writers e Tarantasio – 9; RACCONTO (FAVOLA); Comuni: MILANO, LODI, BERGAMO, CREMONA] L’ ESAPODE CANE È IN “ARTE AL GAZOMETRO”, NEL COMPLESSO ENI DI ROMA OSTIENSE [Writers e Tarantasio – 9; RACCONTO (FAVOLA); Comuni: MILANO, LODI, BERGAMO, CREMONA]](https://www.romacampodeifiori.academy/wp-content/uploads/2025/06/grafica-arte-gazometro-mobile-2025_copy_2267x2993-scaled.jpg)
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DI WALTER GALASSO

Leonardo Gerundio ha fatto perdere tempo, sia pur in buona fede, al dottor Obiettivo. Poco dopo i convenevoli di rito e l’incipit del suo discorso, infatti, ha iniziato a menare il can -non quello a sei zampe targato ENI- per l’aia, arrivando al dunque troppo tardi. Mirco, dopo avergli dedicato molti minuti del suo prezioso tempo, quando ne ascolta il suggerimento pensa, fra sé e sé, “amico mio, quanto sei prolisso!, perché non hai messo subito le carte in tavola!”, facendo acrobazie psicologiche affinché nella facciata fenomenologica del suo comportamento non trapeli nemmeno un atomo del suo fastidio.
Il suo aplomb, probabilmente, è agevolato dall’onestà di Leo, il quale non gli ha assolutamente suggerito il Cane ENI, qual panacea atta a risolvere il dramma in corso, per procacciarsi un tornaconto personale. Lungi da lui, uomo perbene, erogare una consulenza ‘Cicero pro domo sua’. Ha addirittura messo in chiaro, poco dopo l’inizio del discorso, “le mie parole, ci tengo a precisarlo, sono non profit, io non ci voglio guadagnare nulla, né economicamente né a livello d’immagine pubblica”. Vero. Il motore della sua iniziativa è stato, infatti, solo l’amore per Milano e la Lombardia, metropoli e Regione alle quali è legato profondamente. Mirco ne tiene conto quando, udito il consiglio, nel realizzarne immediatamente l’inutilità decide di non incazzarsi con l’interlocutore per tutti i minuti che ha rubato al suo assolvimento di nevralgiche incombenze.
Si limita, dopo averlo ringraziato, a spiegargli che all’esapode dog della multinazionale ora come ora non si può lanciare alcun SOS. Perché? Semplice la risposta: sta lavorando a Roma, e non può allontanarsi dalla Capitale. Il Cane, per l’esattezza, è al Complesso ENI del Gazometro di Roma Ostiense, impegnato nella Stagione 2025 di “Arte al Gazometro”. La sua presenza è una conditio sine qua non dello svolgimento dell’importante format, e lui, grande professionista, ci tiene a contribuire, da icona di tutta l’azienda, al perfetto svolgimento della seconda stagione dell’artistica manifestazione. Una rassegna imperniata su progetti audiovisivi e installazioni, quest’anno articolata intorno al protagonismo di Mimmo Paladino, una specie di ‘primus inter pares’ fra i diciannove artisti figurativi alla ribalta, incaricato di partorire il manifesto ufficiale dell’evento. Mirco, con una pazienza semisanta, spiega sinotticamente all’ospite, in un abrégé ricco del valore ‘sintesi’ -virtù che fa difetto al dottor Gerundio- tutta questa situazione, poco prima di congedarlo, con una stretta di mano priva e di amicizia e d’inimicizia, diplomatica il giusto, e doverosamente abbinata con “la ringrazio, comunque”, parole che escono dalla bocca del vicepresidente come l’adempimento di un dovere d’ufficio.
Mentre Leonardo guadagna la via d’uscita, aggiustandosi il nodo della cravatta e sorridendo -con uno smile da galantuomo piacione- a un’altra segretaria, Sofia, che lo accompagna fuori, Mirco, fra sé e sé, dietro l’ipocrita e gentilissima apparenza del suo bon ton di circostanza, sbotta in “ringrazio un corno!, ‘sto mezzo mitomane, ammalato (come tanti) d’una insana mania di protagonismo”. Ce l’ha con quel pirla -che ha creduto di partecipargli un ‘advice’ originalissimo come uno scoop in ambito giornalistico- soprattutto perché è un presuntuoso a cui non è venuto in mente che, se l’idea di chiedere aiuto al Cane fosse stata davvero fattibile, sarebbe venuta in mente prima a lui, un vicepresidente che non è nato ieri, sa il fatto suo, ha il polso della situazione territoriale di Milano e dell’intera Lombardia. Leonardo, con la sua iniziativa, lo ha di fatto equiparato a uno sprovveduto, almeno nella gestione di questa patata bollente.
“Ammenoché…”: nella mente del politico albeggia, mentre egli ritorna sulla sua poltrona presidenziale, un sospetto. E se l’aspirante consulente ha simulato, finto tonto, di non aver ben presente questo quadro generale al fine di poter addivenire (pretestuosamente) a un abboccamento con un’autorità? E se ha voluto, nell’occasione, prendere con una fava due piccioni, flexando al suo vicepresidente il proprio amore per il territorio? Secondo il dietrologo Mirco, il quale forse sta esagerando nell’hobby delle illazioni a ruota libera, Leonardo era del tutto consapevole dell’impossibilità che la sua proposta potesse risultare opportuna. Egli sapeva ch’essa puzzava di mera utopia. Egli sapeva che uno come Mirco, se davvero il Cane fosse qui ed ora nella possibilità d’interporre i suoi buoni uffici tra Lombardia e Tarantasio, sarebbe stato, data la sua bravura, il primo a far mente locale su questa chance. Il fellone, falso come un attore hollywoodiano sul set di un colossal, ha mentito sapendo di mentire per conoscere Sua Eccellenza, apparirle un campanilista pieno d’encomiabile pathos e così gettare le basi, discretamente, di una sinergia avvenire con lui, con la Giunta, magari per…
“Bastardo… ‘Sto balabiott crede di potermi prendere per il culo! Crede di darla a bere a me! Ah, ma casca male! Io sono vaccinato contro i postulanti travestiti da esperti, contro i reucci del pianeta <<arrière-pensée>>”. Pausa, finalizzata a estrarre da un vasetto un chewing gum senza zucchero, alla menta fresca -l’uso di gomme americane gli serve anche per evitare di fumare e per smaltire elettrico stress, la loro masticazione assorbendo, nel meccanismo d’una reiterazione quasi involontaria, alcuni sintomi d’incipiente nevrosi-. La seconda puntata di queste esternazioni non è meno virulenta. “Provasse, in futuro, ‘sto gran figlio di raccomandati, a ricomparire, con una scusa qualunque, al mio orizzonte. Avrà l’onore di essere nuovamente ricevuto quando nei libri di Storia i vigliacchi saranno più celebrati degli eroi”. Adynaton a parte, Mirco, certamente colpevole nel demonizzare uno sconosciuto senza uno straccio di prova, cade in piedi. È un po’ in crisi nel suo nervosismo, ma il suo disprezzo verso i raccomandati, una specie di letame sociale, merita una standing ovation.
Walter Galasso