POETRY IN MOTION: ART IN AARTI, NOMEN OMEN   [SU AARTI SAIKIA,  AUTRICE DI ARTICOLI SU   romacampodeifiori.academy]

POETRY IN MOTION: ART IN AARTI, NOMEN OMEN   [SU AARTI SAIKIA,  AUTRICE DI ARTICOLI SU   romacampodeifiori.academy]

*

IMMAGINE  IN  EVIDENZA:  “SHAKUNTALA PATRA-LEKHAN”,  BY  RAJA  RAVI  VARMA

*********************************************

DI WALTER GALASSO

Avatar wp_16251317

   Ad Aarti Saikia si attaglia bene la locuzione “nomen omen”. La sua personalità è permeata di arte, all’insegna della serietà. L’atteggiamento di Śakuntalā -l’eroina di “Abhijñānaśākuntala”, di Kālidāsa- nel quadro “Shakuntala Patra-lekhan”, di Raja Ravi Varma, quella sua voglia di dare il meglio di sé nel perseguire un importante obiettivo alberga anche, mutatis mutandis, nella forma mentis di Aarti.
   Questa professionista è talmente poliedrica che non si può indicare, nella gamma delle sue competenze, una ‘pièce de résistance’.
   Cito innanzitutto l’identità di danzatrice e coreografa. Della danza indiana sposa una caratteristica nota anche ai non addetti ai lavori: la spiritualità filosofica del movimento e la sua finalizzazione a una comunicazione di profondi significati. In ogni show v’è un sostrato tecnico, meramente dinamico, parte della dimensione “nritta”, termine che indica la danza pura nel suo grado zero. Su questo fondamento si innestano le performances di “nritya”, cioè la comunicazione di significati, mediante le “mudra”, esperti movimenti delle mani, l'”Abhinaya”, l’arte dell’espressione facciale, e, nell’eloquenza del corpo, ogni gesto che esprima un contenuto psichico.
   Aarti, esperta in questo ‘idioma’, non si limita a metterne in pratica il primigenio magistero: si distingue, creando un’innovazione ch’ella battezza “Poetry in Motion”, inerente alla tradizione e/ma all’avanguardia. La sua danza veicola messaggi che sono, più che ponti narrativi verso qualche preciso destinatario, espressioni assolute di una ricchezza poetica. Un destinatario in teoria c’è, ma è tutto l’Universo, nel senso che lei, mentre s’immerge in prodezze coreutiche, ama entrare in spirituale osmosi con l’Essere inteso nella totalità ontologica. “Poetry” come danza che lascia fluire l’esistenza nella sua pienezza.
   Il suo eclettismo è cristallizzato nel plurale di “CREATIVE EXPRESSIONS”, definizione ch’ella ha sottomesso al proprio nome nell’incipit della presentazione di sé nel suo sito, “aartisaikia.com”.
   Questa poliedricità può essere paragonata al senso d’inclusione in una matrioska. Una virtù include un’altra, che a sua volta sottintende… La danza si espande nella gemellare attività di coreografa, questa implica virtù didattica, inerente a uno slancio etico.
   Ella ha iniziato la carriera aiutando pazienti affetti da lebbra, già permeata di una scientifica attenzione alla sostenibilità. È molto legata a questo impegno, ci tiene a sottolineare il suo contributo a un “Women’s Development Program for the leprosy colonies”. La sua filantropia, incapsulata in un sentito engagement, ha poi prestato servizio presso “United Nations High Commissioner for Refugees”, a Nuova Delhi. È poi emigrata a Roma, dove ha collaborato con l’ONU, militando nella FAO. Onori che a distanza di anni sono stati coronati da altre simili gratificazioni, come il titolo di “Cultural Ambassador of the United World”, conferitole dall’International Federation of New Age Media. L’etica in lei è abbinata con un rigore teoretico. Aarti, per esempio, ha voluto migliorare la sua filantropia conseguendo un “Master Degree in Political Science, with a higher Post Graduate specialization in International Human Right, Humanitarian and Refugee Laws”. Queste skills sono fra loro strettamente collegate.
   Lei stessa, nell’elaborazione del suo curriculum, dopo aver sottolineato “Multifaceted”, fondamentale attributo, evidenzia l’anima di “Creative Expressionist” in correlazione con un crescendo di docenza: Coreografa, Master Trainer, Social Entrepreneur. Poi l’etica: “sustainable development” è una conditio sine qua non di Cultura, ché il rispetto dell’Ambiente è un’irradiazione della sua tempra assiologica. L’explicit è “What touched your Soul will remain”. Emerge, ancora una volta, la sua brama di un Tempo che non passi, nel trionfo di spirituali gioie dell’anima.

Walter Galasso